2 Modelli di Business del B2B

7. Value Chain Service Provider: fornitura di una data attività della catena del valore, quale il pagamento elettronico o la logistica. I guadagni derivano dal pagamento di una commissione o di una percentuale.

8. Value Chain Integrator: le aziende che scelgono questo modello di business non concentrano la loro attività su uno specifico ramo della catena del valore ma cercano di integrare più attività riuscendo a sfruttare il flusso di informazioni intercorrenti tra i diversi passaggi.

9. Collaboration Platform: offerta di un set di strumenti e di un ambiente informativo per la collaborazione interaziendale. Il supporto può essere su funzioni specifiche, ad esempio la collaborazione nel disegno e nella progettazione oppure più generale, mettendo a disposizione un team virtuale di consulenti ai vari progetti. I guadagni derivano dalla gestione della piattaforma, con le relative commissioni di iscrizione e di utilizzo, e dalla vendita di strumenti professionali.

10. Information Brokerage, Trust e altri servizi: nuovi servizi informativi, per aggiungere valore all'ammontare di dati disponibili sulla rete o provenienti da operazioni di business. In questa famiglia di modelli, si trova l'infomediario che raccoglie i dati dei consumatori e delle loro abitudini di acquisto. Una categoria particolare è quella dei Trust Service che forniscono credibilità attraverso l'uso di autorità certificatrici o di terze parti ritenute affidabili.
Gli utili derivano dal pagamento di commissioni di sottoscrizione del servizio o dal suo utilizzo, e dalla vendita di software e di consulenza.
Esiste un modello che è comune a quelli visti finora, ed è il modello di business basato sulla pubblicità. Esso viene spesso integrato con altri e non utilizzato nella sua forma pura.
Quando non è combinato con altri modelli, si caratterizza per il fatto che l'impresa non richiede al cliente alcun pagamento a fronte dei servizi offerti, traendo invece profitti dalla vendita di spazi pubblicitari.
Appartengono a questa famiglia di modelli i portali, cioè quei siti pensati per ottenere un ampio pubblico cui proporre messaggi pubblicitari.
Questo risultato viene ottenuto cercando di far diventare il sito la homepage per molti utenti, offrendo servizi quali informazioni, motori di ricerca, accesso a negozi virtuali, etc. Per fidelizzare l'utenza, al portale generico viene spesso preferito quello personalizzato, sia nell'interfaccia che soprattutto nei contenuti.
Esiste un altro tipo di portale ed è quello specializzato, cioè orientato ad una specifica categoria di utenti. Esso si concentra su una specifica gamma di contenuti; attrae un numero minore di utenti, che però risultano più fedeli.

11. eSupply chain: è un sistema costituito da una gestione integrata della catena logistica; un sistema esteso che comprenda sia le unità produttive interne all'azienda che i fornitori esterni, i terzisti e i distributori [Clanius 2002]. Tutte queste entità, coinvolte direttamente nella creazione del valore per il cliente finale, vengono gestite in un unico processo di pianificazione e controllo, indicato appunto Supply Chain Management.
Non si tratta unicamente della gestione di un flusso fisico, ma anche informativo e finanziario. Supply Chain Management (SCM) è quindi un insieme di approcci usati allo scopo di integrare in modo efficiente i fornitori, i produttori, i distributori e i punti vendita, in modo che la merce sia prodotta e distribuita nella quantità giusta, ai punti giusti ed al momento giusto, con l'obiettivo di minimizzare i costi dell'intero sistema garantendo un ottimo livello di servizio.
Si realizza inoltre l'allargamento dei confini aziendali fino a comprendere fornitori e clienti, stabilendo con essi collaborazioni strategiche ed operative con l'obiettivo di raggiungere il minor costo complessivo del cosiddetto sistema dell'azienda estesa (figura 3).


Figura 3 - Il concetto di azienda estesa - Fonte: Unitec

Il mercato offre due tipologie di eSupply chain:

  1. Una catena completamente integrata e ottimizzata, dove un'unica organizzazione controlla e governa le risorse dell'intera filiera produttiva, dalla pianificazione della distribuzione alla schedulazione delle attività dei singoli componenti. Si divide in due ambiti applicativi:
    1. i processi operativi (eSupply Chain Execution), comprendenti gli ordini, la consegna, la fatturazione, le fasi logistiche, amministrative e contabili, ma anche i processi di prevendita e postvendita, con l'obiettivo di automatizzare e integrare queste fasi (figura 4).

      Figura 4 - Le funzionalità delle soluzioni di eSupply Chain Execution

    2. i processi collaborativi (eSupply Chain Collaboration) che riguardano la pianificazione operativa (previsione della domanda, gestione delle scorte, monitoraggio e controllo della supply chain, ecc.), la pianificazione dello sviluppo di nuovi prodotti e la gestione della qualità. L'obiettivo è di migliorare l'efficacia dei processi grazie alla condivisione di informazioni e conoscenze e grazie anche alla collaborazione nelle fasi decisionali ed esecutive (figura 5).

      Figura 5 - Le funzionalità delle soluzioni di eSupply Chain Collaboration

  2. Le comunità online di fornitori e clienti, composte da aziende che operano nello stesso mercato. Questo secondo modello è limitato rispetto al precedente.
Per riuscire a realizzare ed ottimizzare la eSupply Chain è necessario innanzitutto disporre di informazioni complete ed aggiornate su risorse e materiali presso ciascun nodo della rete produttiva.
Questa filosofia è già attuata nelle grandi aziende mentre lo è molto meno per le medie imprese che sono abituate a collaborare con partner autonomi nelle decisioni e con sistemi informativi indipendenti.
Molti imprenditori confessano infatti forti timori per la sicurezza delle proprie informazioni strategiche che verrebbero condivise con i partner commerciali per realizzare il concetto di azienda estesa. Tale strategia arriva al successo se supportata da informazioni chiare, tempestive e di qualità.

 


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